PUNTO DI VISTA - LA SCELTA

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PUNTO DI VISTA

Che cosa c’hai da guardarmi, prof di merda, te e il tuo Leopardi, che qui non se ne fotte nessuno di quello che dici, a parte quei quattro lecchini dei primi banchi.
 
Mi guardi e mi fai segno: interrogazione? No, non vengo.

Ecco che ti metti a scrivere sul registro le tue solite stronzate, che poi riferirai a mia madre. Intanto c’è un applauso per me, e tu strilli, silenzio! Scrivi, scrivi…scrivi anche che questa notte metà classe praticamente non ha dormito. L’abbiamo passata in chat. Una figata che tu non puoi capire, cogliona.
 
La mission ce l’ha dettata Tore: demolire la Virgy, ha ordinato.
 
Lui è uno che i suoi quindici anni li ha vissuti tutti, cazzo. Nessuno ha da insegnargli niente, dice, ed è vero.
 
E’ già da un po’ che ha mandato a fa in culo i suoi, e anche ‘sti stronzi di professori del cazzo.
 
Lui è uno che ‘ste cagate da bambini, tipo le domeniche in parrocchia, o i bivacchi sui monti… c’ha sputato sopra da subito. Lui a undici anni, così per scherzo, ha rubato una ricarica, e ora è un grande. Che ci provino a fermarlo!
 
La Virgy sta là nel suo banco, e non guarda nessuno. Virgy la balena. L’abbiamo massacrata di chat: pollice verso. Per un po’ lei ha resistito poi non ha più risposto, perché ha capito che quando noi ti diciamo che sei fuori, sei fuori e basta. Culona. E neanche puoi stare con i ruffiani, quelli che vogliono piacere ai prof, perché non capisci una sega. Io sì che potrei starci con quelli lì dei primi banchi, ma non mi va. Non più.
 
Stanotte, mentre chattavo, è entrata mia madre in camera e ha gridato: sei impazzito? Sono le due del mattino. Domani devi andare a scuola. Non doveva interrogarti di italiano?
 
Cazzo! Ma non mi stressare! Sentivo mio padre che russava. E mia madre, ancora: guarda, che se lo dico a tuo padre…Ma non farmi ridere, che lui sa dire soltanto, lasciatemi in pace che sono stanco morto.
 
Lui dorme e lavora, lavora e dorme. Mi ammazzo piuttosto che fare una vita come la sua.
 
I soldi però vi fanno comodo, dice lui. Sì, vero, e ogni volta che gli chiedo un cinquantino lui mi foraggia.
 
Per domani sera appuntamento nei paraggi del ponte. Ci sballiamo di birra, ha detto Tore, e ha detto anche che ci pensa lui a trovare il beveraggio per tutti: conosce uno che gliela procura, di quella forte, perché domani sera si beve pesante, e chi non viene è un coglione cagasotto, e i cagasotto sono fuori.
 
Mi ha chiesto, tu vieni recluta? Certo, ragazzi. Non ne ho problemi, io.
 
Merda! Il problema ce l’ho eccome! Non so come farò; dirò a mia madre che vado a una festa di compleanno. Se sono fortunato magari lei esce con le  amiche e non mi fa tante domande.
 
Il problema vero, però, è che la birra non mi piace. Mi vien da vomitare solo a sentirne l’odore. Non sono mai andato al di là della Coca Cola, e questa cosa di bere senza limiti…non lo so…non l’ho mai fatto e non sono convinto. Ma essere messo fuori neanche. Cazzo!
 
 
 
Sei un cretino, Andrea, e ti farai bocciare. Proprio tu che avevi la media dell’otto. Ben per questo ti sei iscritto al liceo. E adesso ce l’hai pure con noi, che qui nei primi banchi cerchiamo alla meno peggio di seguire le lezioni in questo sfacelo di classe. E in particolare ce l’hai con me, che per un po’ siamo anche stati insieme.
 
L’estate più bella della mia vita è stata proprio quella che sono andata in montagna con l’ ACR, per la prima volta da sola, senza genitori. Non mi pareva vero, e non mi sono mai divertita tanto. C’era anche lui, ed è stato lì che ho capito che mi piaceva sul serio, e io piacevo a lui. Prima.
 
Nessuno sa la rabbia che mi fa vederlo così! Sbava dietro a Tore solo perché ha un anno più di noi, che lui lo hanno già steccato una volta. Sbava dietro a Tore, che a tutti vende la sua teoria, che studiare non serve a niente, basta guardare quelli che han studiato che fanno la fame; sarà, però io penso che uno può anche non studiare, ma non per forza deve fare il teppista. Andrea con me non parla quasi più. Io ci ho pianto parecchio: credevo che mi volesse bene, e ci ho messo a capire che mi aveva proprio mollata. Ancora non riesco a spiegarmi come ha fatto a cambiare così, che sembra un’altra persona. Per la rabbia mi sono messa a studiare ancora di più e faccio di tutto per piacere ai prof , non fosse altro che per fargli dispetto.
 
Il mio idolo è la prof di arte. E’ un tipo schietto, che dice pane al pane  e vino al vino, e non si sa come mai quando entra in classe lei, subito cala un silenzio di tomba. Perché ha presenza scenica, ha detto la mia compagna di banco. Una mattina la prof ha dato questa comunicazione:
 
“ A Palazzo Ducale c’è la mostra di Ligabue. Sabato pomeriggio sarò davanti all’ingresso alle quindici in punto. Chi vuole venire a visitarla con me sa dove trovarmi. Ovviamente farò da guida. Sarebbe un’uscita da fare con tutta la classe, ma purtroppo qui dentro manca la stoffa. Comunque voglio lasciare a tutti, gratuitamente questa riflessione.”
 
Ha preso un gesso e ha scritto alla lavagna:
 
In un popolo, più si abbassa il livello culturale, più si alza il livello di violenza.
 
E ha aggiunto:
 
“Vedete un po’ se riuscite a capire cosa significa.”
 
Davanti a Palazzo Ducale eravamo in cinque.
 
 
 
Cosa avranno nella testa Tore, la Virgy e gli altri? Quale il loro punto di vista?
 
 
Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.

"Valez"


Le idee di Graziella Percivale "Valez"
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