POSSIBILMENTE SCOMPARIRE - LA SCELTA

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POSSIBILMENTE SCOMPARIRE

 
Io sono così da sempre. Mia madre è così, mia zia è così, e pure mia nonna. Anche la mia bisnonna era così…e la nonna di mia nonna. Grasse. Tutte grasse da generazioni. Grasse a dispetto di guerre e carestie, e di tutti i mali del mondo, anche quelli che ti tolgono completamente la voglia di mangiare.
 
Niente da fare: basta un bicchier d’acqua e…paf! Diventa ciccia.
 
Io, ad esempio, per un bel po’ di giorni non ho mangiato quasi niente, ma non sono scesa di un etto.
 
E anche il male che sentivo dentro aumentava a dismisura.
 
E’ stato per via di quegli stronzi: tutti hanno potuto leggere le cose che hanno scritto su di me, Tore, Andrea e gli altri, compresa pure qualche ragazza. Tutti hanno letto e applaudito. Insulti, e frasi orribili, perché loro giocano duro quando l’avversario è debole: è così che si divertono.
 
Ho tentato di reagire, rispondendo agli insulti con altri insulti, è che loro erano più tanti, e più cattivi.
 
A un certo punto ho spento il computer: qualcuno aveva scritto, “dovrebbero proibire alle balene di camminare per la strada”.
 
E un altro, “uccidiamole tutte!”
 
Avevo la gola così chiusa che non passava neanche un fiato; meno male che è durato poco, ma non riesco più a dormire. Penso che tutto sommato loro hanno ragione. Sono grassa da far schifo, e con il tempo lo diventerò ancora di più, basta guardare mia madre. Come se non bastasse ho i capelli sempre unti e l’acne. E come se non bastasse, a scuola sono una scarpa. Se arrivo al sei è un miracolo. E’ chiaro che avrò una vita di merda, e devo essere sincera che un pensierino sul flacone di sonnifero di mia madre ce l’ho fatto.
 
E’ che sono anche vigliacca, senza coraggio.
 
Poi, ieri mattina, la prof. di arte se ne è uscita con l’invito alla mostra di Ligabue.
 
Ligabue chi? Ho pensato. Il cantante? E’ andata bene che sono stata zitta. La prof. ci ha parlato di quell’altro Ligabue, il pittore. Così ho saputo che era uno sfigato, come me, e che non stava proprio bene di testa…subito mi sono sentita simile a lui. Anche io disegno piuttosto bene. Chissà! Mi è venuta voglia di andare a vedere i suoi quadri, ma…ma no, meglio di no, che tanto non lo so nemmeno se ci verrò più a scuola. Sto in questa classe come un corpo estraneo, tra quei pochi che studiano e quelli che si fanno i cazzi loro. Sono come un bubbone che va schiacciato. E proprio mentre questo pensiero mi riempiva tutta la testa, è accaduta una cosa incredibile.
 
Stavamo per uscire quando mi si è avvicinata la Silvia. Tra i pochi che studiano lei è…come si dice? La punta di diamante! E poi è bella, e tratta in ragazzi come fossero vermi. Per me è un mito. Ebbene, la Silvia  sorrideva proprio a me, e ha detto:
 
“Io ho deciso che ci vado alla mostra di Ligabue. Vieni anche tu Virgy? Possiamo fare la strada assieme se ti va. Mi sembra che non abitiamo distanti.”
 
Ha parlato così, semplicemente, come fossimo amiche da sempre.


Le idee di Graziella Percivale "Valez"
Punto di vista
L'altro me
Ma non è il mio posto
 
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