Ecco quello che lei stessa racconta:
“...Come gran parte degli scrittori per caso, ho iniziato a scrivere per me stessa. Come tutti gli scrittori per caso, paradossalmente affermo: scrivo da sempre. Un giorno ci si accorge di aver scritto molto e “il per se stessi” non basta più, si capisce che la scrittura con funzione terapeutica è stata da tempo superata. L’esigenza che si sente, nuova e imperativa è quella di condividere.
Lo pseudonimo, a me caro, indica la volontà di liberare i pensieri e lasciarli andare verso chiunque vorrà leggerli.
Significa offrire all’altro una parte di me, accettando anche di non essere compresa.
E’ con “Storie Semplici” che non ho più timore di apparire, almeno sulla copertina del libro, con il mio vero nome. ...”